Hanno ucciso un guerriero

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In questi anni noi tifosi della Roma siamo stati fortunati spettatori di una bellissima Storia. Una vera e propria antologia della passione per il calcio. E questo soprattutto grazie ai due protagonisti di questa narrazione, probabilmente irripetibile, DDR e il Capitano.

L’idillio è finito in maniera brusca. Ci ha pensato la società, troppo sentimento non fa bene, era ora di metterci un punto. Non per soldi, non per motivi tecnici neanche per motivi disciplinari,…………, ma allora perché?!

DDR è l’archetipo perfetto del guerriero, sembra costruito in laboratorio per quanto la sua immagine veicola esemplarmente questo concetto. Forza, coraggio, disciplina, dedizione, integrità. E’ il difensore e il guardiano della causa romanista e del romanismo lì nel campo, è quello che te fa sentì che hai vinto solo per esserci, quello in cui identifichiamo la fierezza per quello che siamo e rappresentiamo.

E’ riuscito ad incarnare una figura universale, quella del guerriero appunto, nonostante abbia interpretato questo ruolo rimanendo sempre coerente al contesto molto particolare e definito della sua città,  e per questo è riconosciuto e riconoscibile a tutte le latitudini. Pochissimi come lui.

Il presidente americano avrebbe dovuto farsi consigliare da qualche suo connazionale produttore cinematografico che gli avrebbe spiegato che queste storie con questi protagonisti non possono e non devono finire così. I racconti di eroi, condottieri e guerrieri hanno sempre un lieto fine. E invece no, il contrario. E’ come se il film “Il Gladiatore” si fosse fermato all’uccisione di Decimo Massimo Meridio ordinata da Commodo.

DDR licenziato senza se e senza ma, qui il racconto finisce.

Mi dispiace dirlo ma questo epilogo doveva essere un altro, questa decisione sgangherata mi fa pensare che chi fa queste scelte non ha molto il polso della situazione o peggio che sia sintomo di una società insicura, che ha paura.

Un’altra delle qualità indispensabili di un guerriero in tutte le avventure mitologiche e mitiche che si rispettino, da Ercole al Gladiatore,  è quella della resilienza, cioè saper resistere, reggere l’urto, per poi tornare e vincere. Perciò Daniele resisti combatti e, quando sarà il momento, torna che la Storia non è finita.

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